Nel 1971 il professor Blackurn, docente dell’Università di Harvard, al termine di approfonditi studi delinea i principi del la Dieta Chetogenica (o Proteica), da lui definita come Protein Sparing Modified Fasting (Lidner and Blackburn 1976).
Più tardi, infatti, nel 1975, il professor Marineau, suo allievo, definisce il protocollo come “Jeaune proteiné” (digiuno proteico) per una più chiara distinzione tra il metodo di Blackburn e le diete iperproteiche tipo Atkins (Marineau, 2004).
Negli anni successivi si assiste, tra i medici e i nutrizionisti, ad una rapida diffusione internazionale del metodo definito come Very Low Calorie Ketogenic Diet (VLCKD).
Pertanto, nel 1993 invece il protocollo dietetico nutrizionale VLCKD è stato convalidato dalla FDA (Food and Drug Administration), con la codifica delle quantità minima giornaliera di proteine necessaria ad assicurare l’equilibrio della bilancia azotata ed evitare la mobilizzazione delle riserve proteiche con riduzione della massa magra. (JAMA Aug 1993 Vol. 270, No. 8;967-974)
Dal 2003 al 2010 il Ministero della Salute finlandese, nell’ambito del programma di prevenzione dell’obesità, pone indicazione al trattamento dietetico ipocalorico a risparmio proteico tra i trattamenti di primo livello per la cura della obesità. (DEHKO– Finnish Diabetes Association 2003)
Nel 2014, invece, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) suggerisce la dieta chetogenica mediterranea come terapia clinica validata per il trattamento dell’obesità e delle complicanze (Pezzana, Amerio et al., 2014).
Meccanismo biomolecolare:
Il meccanismo d’azione del la Dieta Chetogenica Mediterranea® che si osserva in particolare durante la fase di decremento ponderale prevede l’instaurarsi della condizione di digiuno a risparmio proteico con l’intento di mantenere l’equilibrio azotato. Infatti il modesto apporto energetico condiziona anche una blanda chetosi che riduce la sensazione di fame.
In questo modo in una simile condizione, esaurite le scorte epatiche di glicogeno (48 ore), si avviano i processi di neoglucogenesi epatica in modo da garantire alle strutture specifiche del SNC la adeguata disponibilità di glucosio. Ciò, dunque, è garantito dalla attività della lipoproteinlipasi intra-adipocitaria che idrolizza i grassi di deposito immettendo in circolo acidi grassi liberi non esterificati (FFA) che a livello epatico vengono processati garantendo dunque sia la formazione di neo-glucosio sia la liberazione di energia. In particolare, il 40% dell’energia derivata dalla ossidazione degli acidi grassi viene utilizzata per attività muscolare ed il 60% degli acidi grassi si trasforma in acetil-CoA attraverso la β-ossidazione.
I corpi chetonici, inoltre, hanno una duplice azione: energetica e anoressizzante. Coprono l’80% del fabbisogno energetico del cervello, conferendo, inoltre, effetti psicotonici, antidepressivi e talora euforizzanti, e stimolano il centro ipotalamico della sazietà, fenomeno che si rende evidente dopo il terzo giorno dall’inizio della dieta.
Vantaggi:
- Assenza della fame e sensazione di benessere
- Controllo glicemico
- Controllo lipidico
- Rapido dimagrimento, nel rispetto dell’elasticità cutanea
- Aumento della massa magra
- Rieducazione alimentare
In cosa consiste la DCM?:
Il protocollo Dieta Cheto-Mediterranea® si articola dunque in 3 fasi più 1 aggiuntiva:
- FASE 0: DI PREPARAZIONE (FACOLTATIVA) – 14 GIORNI
Menù leggermente ipocalorico detossificante (1.100 Kcal/die circa) che prevede infatti l’integrazione di 1 bustina/die di DREMICOS® nonché l’assunzione di almeno 2 litri di acqua oligominerale al giorno per favorire la depurazione e l’equilibrio idrico dell’organismo.
- FASE 1: DI LIPORIDUZIONE – 21 GIORNI
Dieta a contenuto calorico ridotto (<800 Kcal/die) ipoglucidica (circa 50 g/die) e ipolipidica (12-15 g di grassi mono e polinsaturi/die), da attuare infatti con cibi proteici e verdure condite con poco olio extravergine d’oliva (per ridurre il grado di litogenicità della bile e quindi il rischio di formazione di calcoli biliari).
- FASE 2: CONSOLIDAMENTO
21 giorni
Caratterizzata dunque da graduale reintroduzione degli alimenti glucidici a basso indice glicemico allo scopo di aumentare progressivamente l’apporto calorico (sino a 1.100/1.200 Kcal/die) e ridurre così l’attività chetogenica.
- FASE 3: MANTENIMENTO
21 giorni
Caratterizzata dal reintegro graduale di tutti gli alimenti, assicurando così un apporto intorno a 1.500 Kcal/die, sollecitando da parte del paziente una adesione convinta.
In conclusione l’integrazione nutraceutica risulta, infatti, un importante alleato per chi decide di intraprendere tale protocollo. Si eviterà, in questo modo, di andare incontro a carenze vitaminiche e minerali e si contribuirà, in questo modo, ad un risultato più veloce e sicuro.
A tal proposito, infatti, consigliamo l’integrazione con 1 busta/die di PROTEOCOMPLEX®, ai gusti neutro e cioccolato, allo scopo di evitare una ripresa del peso nonché indurre il paziente ad una corretta alimentazione di tipo mediterraneo.